Paesaggio e biodiversità

Franco Correggia

Presidente Associazione "Terre, boschi, gente e memorie"

Interventi di ingegneria naturalistica con salici lungo un corso d'acqua

       Il paesaggio rappresenta la sintesi formale e olistica delle componenti naturali e antropiche del territorio. Nel suo complesso (perlomeno laddove l'impatto delle attività umane non ha completamente cancellato il respiro e le scansioni dei ritmi naturali) costituisce un sistema vivente integrato e autoregolato, al cui interno un'elaborata rete di meccanismi bioecologici ne controlla il metabolismo, ne conserva l'omeostasi attraverso processi retroattivi, ne stabilizza i flussi di energia e di materiali, ne regola l'ordine interno e i contenuti di informazione, ne governa i cicli, le dinamiche e l'evoluzione.

        Un elemento che ha un ruolo centrale nel definire il valore e la qualità del paesaggio è dato dal contenuto in biodiversità (la varietà di specie, ambienti ed ecosistemi) che caratterizza l'ambito territoriale (e la rete di ecomosaici ad esso pertinente) cui il paesaggio stesso è correlato. Ed esplorando gli ondulati sistemi collinari astigiani e monferrini ci si rende facilmente conto di come, segretamente annidata tra le pieghe delle campagne, si celi un'insospettata e multiforme costellazione di microambienti, biotopi e angoli nascosti che nell'insieme costituisce uno straordinario serbatoio di biodiversità e al cui interno si concentrano più che altrove la varietà, la bellezza e la memoria del territorio. Si pensi ad esempio alle zone umide sopravvissute, ai lembi relitti di antiche formazioni forestali naturali o naturaliformi, alle fasce boscate golenali, agli erbosi xerotermici paranaturali conservatisi sui dossi collinari, alle stazioni isolate di specie floristiche autoctone rare, alle siepi campestri, agli alberi secolari, agli affioramenti fossiliferi da cui emerge la traccia litificata di lontani mari preistorici, agli angoli di campagna tradizionale con alta diversificazione biocenotica ed ecologica.

      La tutela del paesaggio, se non vuole restare un concetto fumoso e aleatorio, passa in primo luogo attraverso la conservazione integrale di questa fragile e vulnerabile teoria di emergenze naturalistiche. È dunque vitale che le diverse sfere dei soggetti istituzionali procedano risolutamente alla protezione attiva ed efficace della rete diffusa di elementi puntuali ad alta valenza ambientale, bioregionale ed ecosistemica che punteggia capillarmente il territorio. Per conservare in concreto la biodiversità locale e per difendere la bellezza e le armonie viventi laddove sono (spesso miracolosamente) sopravvissute.

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