Un patto per il turismo

Dario Rei - Docente di Politica sociale presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Torino.

 

Veduta di Villa Badoglio a San Marzanotto (AT), inserita in uno straordinario paesaggio viticolo. La struttura rappresenta uno  dei futuri centri di riferimento per l’accoglienza turistica dell’Astigiano.

 

Veduta di Villa Badoglio a San Marzanotto (AT), inserita in uno straordinario paesaggio viticolo. La struttura rappresenta uno  dei futuri centri di riferimento per l’accoglienza turistica dell’Astigiano.

 

         Dobbiamo considerare il  turismo non una funzione economica separata, che   si aggiunge alle caratteristiche dei luoghi,  ma  l’esito di una relazione positiva  con  le  qualità dei luoghi. Se  si vuole che il turismo sia risorsa anche  economica,  occorrono  perciò  politiche  coerenti,  capaci di dare a molti la risposta appropriata alla domanda “perché dovrei  venire proprio qui”?

         Per molte parti del territorio astigiano, e certamente per le aree piu’ periferiche di esso (l’Alto Astigiano come  la Comunità  Valle Bormida) ciò richiede, innanzi tutto, di adottare un atteggiamento di salvaguardia dinamica, che consenta di  mantenere la riconoscibilità dei luoghi e le qualità attrattive degli ambienti naturali e costruiti. Conservando fasce di rispetto, ai nuclei storici posti in alto sulle colline, come nell’ accesso ai monumenti. Evitando gli effetti riempitivi di una edificazione irriguardosa delle parti pianeggianti. La tassonomia sicura,  nel disegno del paesaggio e del territorio,   è  componente essenziale  del turismo  da promuovere.

        Bisogna anche   tenere conto dell’ esistenza di diversi tipi di fruizione turistica.  1) La frequentazione  occasionale, una tantum,  legata  a gastronomia vino, prodotti tipici. Può e deve  crescere,  ma   evitando   l’effetto Rimini e quello che oggi si può tranquillamente definire  la deriva Langhe. 2)Una fruizione breve e  intensiva,  tendenzialmente fedele e sostenuta da forme agili di accoglienza (agriturismo, bed and breakfast, soggiorni estivi,   mobilità  tra centri minori ). 3) Il viaggio di scoperta, il   trekking nelle  risorse naturali e storico-culturali:  può essere di grande interesse per visitatori provenienti da altre regioni italiane ed europee. 4) La scelta di oasi protette, dove si perseguono scopi  salutistici,terapeutici,di riabilitazione psicosociale, di spiritualità. 5)  La nuova residenzialità:  dalla seconda abitazione per vacanze e fine settimana,  alla rilocalizzazione  abitativa di ex-residenti di città.  Tutte queste diverse forme di turisticità  hanno titolo ad esprimersi e diritto a  trovare sostegni adeguati nella progettazione locale.

 

        Nel quadro di una Italia dei borghi, minore ma non marginale, il  territorio del Nord Astigiano,  con il suo ambiente naturale ancora   conservato, le sue  produzioni agroalimentari tipiche e  di nicchia,   le  opportunità aperte ad interventi  intelligenti di protezione e valorizzazione, offre un contesto interessante  per inserire il turismo in un progetto locale autentico. In cui si riescano a miscelare  la salvaguardia della base fisica e la  produzione  sostenibile,  il   terziario di qualità   per le imprese e le persone, la  residenzialità  ben distribuita,  la viabilità   leggera, la diffusione delle reti  telematiche.

        Si tratta infine di sviluppare una  cultura  di comunicazione adeguata. Le  attività professionali, rivolte   sia all’esterno sia all’interno del territorio, diventino capaci   di vendere  non immagini vuote, ma   mete di forte  attrattività simbolica, e occasioni di esperienza autentica.  In fondo il vero turismo,   che si ama ripetere, è  quello che  aiuta alla ricerca di se stessi in un processo di formazione e di relazione.

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