Funghi e boschi da scoprire nell’Astigiano

Dott.ssa Marisa Panata - Micologo

 1)Corpo fruttifero di  Agaricus xanthoderma [Foto di Fabio Padovan]; 2 e 3) Dettaglio del fogliame del Castagno e della Quercia; 4) Corpo fruttifero di  Macrolepiota rachodes [Foto di Fabio Padovan].

1)Corpo fruttifero di  Agaricus xanthoderma [Foto di Fabio Padovan]; 2 e 3) Dettaglio del fogliame del Castagno e della Quercia; 4) Corpo fruttifero di  Macrolepiota rachodes [Foto di Fabio Padovan].
 

La stagione fungina sta ormai terminando e questa annata sarà ricordata per l’eccezionale quantità e varietà di funghi comparsi, grazie anche al particolare e favorevole clima mite ed umido. Il territorio astigiano ha regalato una moltitudine di funghi, suscitando sorpresa anche tra gli improvvisati cercatori: erano, infatti, anni che non si ripeteva un tale evento.

Nei piccoli, ma numerosi, boschi dell’Astigiano sono comparse specie ritenute “speciali” tra i cercatori di funghi, come i Porcini (Boletus gruppo edulis) raccolti, anche di discrete dimensioni, nei boschi di querce e castagno di Vaglio Serra, Castello d’Annone e ad Asti in località Valmanera. Hanno fatto comparsa anche specie rare per i nostri boschi, tra le quali, nella zona di Rocchetta Tanaro, il fungo Leucopaxillus amarus o L. gentianeus, caratterizzato da un cappello vellutato di color marrone, lamelle e gambo bianchi e di sapore amarissimo.

Occorre ricordare che il Regno dei funghi riserva molti sorprese: in esso si possono trovare, accanto a specie commestibili, specie “sosia” tossiche che si differenziano anche solo per pochi caratteri morfologici. Al riguardo, si possono menzionare alcuni esempi: è facile confondere l’Armillaria mellea (famigliola), un fungo largamente consumato nell’Astigiano e diffuso in zone umide dei fondovalle su legno di Robinia pseudoacacia con il sosia tossico Hypholoma fasciculare (zolfino - falsa famigliola) che si differenzia dal precedente commestibile soprattutto per la colorazione tendente al giallo zolfo.

Nei prati e nei giardini astigiani comunemente crescono gli Agaricus o Prataioli ed è noto che quelli che presentano colorazioni giallo intenso alla base del gambo ed odore caratteristico di fenolo od inchiostro possono provocare intossicazioni lievi. Purtroppo il maggior numero di decessi per avvelenamento da funghi è legato al consumo dell’Amanita phalloides, che si può comunemente incontrare nei nostri boschi di querce, castagni e noccioli. Quest’anno, questa temibile specie è comparsa diffusamente nel territorio astigiano e, soprattutto, nei boschi di Villafranca d’Asti e di Valmanera. Questo pericolosissimo fungo, il cui veleno è in grado di distruggere le cellule del fegato, manifestandosi anche dopo 24 ore dall’ingestione, ha colorazioni dal verdastro al bianco, un anello sul gambo, un gambo ingrossato alla base ed avvolto da una membrana chiamata velo, viene spesso confuso con i Prataioli commestibili. Anche quest’anno nei nostri boschi di castagno e di querce è comparso il Cortinarius orellanus, un fungo di color cannella e senza anello, è responsabile di uno dei più gravi avvelenamenti: colpisce i reni, manifesta la sua tossicità alcuni giorni dopo il consumo sino alla settimana, può portare ad esito fatale, alla dialisi  o al trapianto d’organo.

I boschi stanno andando in riposo e sino alla prossima primavera anche i funghi rimarranno assopiti  al freddo. Spetta a noi essere invece costantemente vigilanti per salvaguardare i nostri boschi a vantaggio della qualità ecologica e della bellezza paesaggistica del nostro territorio astigiano.
 

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