Quali strumenti per la tutela del paesaggio?

Beniamino Marchetti

Delegato per il Piemonte del Comitato Nazionale del Paesaggio

 

Interessante esempio di rustico in pietra della Valle Belbo perfettamente inserito nel paesaggio agrario.

Interessante esempio di rustico in pietra della Valle Belbo perfettamente inserito nel paesaggio agrario.

La tutela del paesaggio si pone, anche giuridicamente, come problema di salvaguardia del territorio. Il Paesaggio, in senso generale, è sicuramente omnicomprensivo per quanto riguarda principalmente la tutela dell'ambiente, dell’aria, dell'acqua e non può essere limitato alla tutela e al recupero del solo paesaggio agricolo, anche perché gravi sono i problemi delle aree intermedie fra zone agricole e zone urbane. Il paesaggio piemontese più rilevante dal punto di vista culturale e più soggetto alle modificazioni è quello presente nelle zone collinari delle Langhe, dell'Astigiano e della collina torinese e chierese e viene inesorabilmente assediato sia dalle “villettopoli”, in costante e continua espansione indiscriminata, motivata dalle fughe metropolitane, che dagli insediamenti piccolo-industriali e artigianali, che vengono, dopo breve tempo, abbandonati e che perdono il loro rilievo socio-economico, mantenendo solo il fittizio valore economico della rendita fondiaria.

In questo quadro generale diventa rilevante, dal punto di vista giuridico, recuperare e valorizzare i dispositivi di quella avanzatissima legge urbanistica regionale che vide l'impegno di quel genio che fu l'architetto e all'epoca Assessore all'Urbanistica della Regione Piemonte, Giovanni Astengo, che introdusse nella legge "56/77, da lui preparata appunto, l'uso dell'intercomunalità dei Piani Urbanistici. Questo, e solo questo, permetterà la lettura dei "coni visuali" che sono così importanti nelle zone paesisticamente rilevanti. Intervenire negativamente sul paesaggio significa intaccare, in un Paese largamente turistico come il nostro, un valore economico, danneggiando, irrimediabilmente, la possibilità di offerta turistica.

Nella legge sui Beni Culturali si parla di “Osservatori del Paesaggio”. Queste strutture dovrebbero essere determinanti per tenere sotto controllo l'evoluzione di quest'ultimo e dovrebbero funzionare da moderatori e da filtro per interventi sia pubblici che privati. L'entrata in vigore della Legge Urbani deve costituire incentivo alla presa di coscienza, da parte di tutti, e non solo degli "addetti ai lavori", nel considerare il paesaggio, non solo un bene estetico, ma soprattutto patrimoniale, da consegnare come eredità alle future generazioni. E' quindi importante l'attuazione di questa legge, non solo per l'applicazione delle sue sanzioni, ma per la creazione di quelle strutture che serviranno da studio e da indirizzo di tutela e conservazione del patrimonio  paesaggistico  e  specificatamente;   gli   Osservatori  Regionali   e  le Commissioni Provinciali,   rappresentanti i più vasti interessi turistico-ambientali, come investimento futuro. Nel frattempo sarebbe opportuno che Associazioni come Italia Nostra, Comitato Nazionale per il Paesaggio, ecc., che hanno diffusione capillare sul territorio, si costituissero come Osservatori del Paesaggio, prendendo esempio da quello già esistente nel Monferrato astigiano, che sta operando da tempo in questa direzione, su un territorio collinare di grande interesse turistico-ambientale. E' quindi assolutamente indispensabile presentare istanze agli organi competenti perché costituiscano questi soggetti di lavoro al più presto!

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