Vie di comunicazione e borgate matrigne

Arch. Guido Bonino

Via di comunicazione in armonia col paesaggio monferrino 

Via di comunicazione in armonia col paesaggio monferrino

         Analizzando i problemi legati alla viabilità intercomunale che investono alcuni nuclei abitati, evidenzio alcune contraddizioni fra le origini di quegli stessi borghi e le vie di comunicazione attorno a cui questi si sono sviluppati. Mi spiego. I casi più evidenti nel nostro circondario ritengo siano  quelli di Quarto d’Asti, e di Calliano. Ma mentre l’abitato di Quarto si sviluppa in pianura, per Calliano assume particolare rilevanza la presenza del “dosso” o colle su cui l’arteria è posta, avendo tale conformazione reso impossibili nel tempo gli ampliamenti di carreggiata.

          Sviluppatosi attorno all’antica via di comunicazione che rappresentava il collegamento tra la Valle Versa ed il territorio di Aleramo, il nucleo che affianca la strada che si inerpica sul passo, oggi minaccia la chiusura al traffico. Ma è proprio a quella via di comunicazione che quel borgo deve le sue origini ed il suo sviluppo nel tempo. Dopo la lunga e faticosa salita, viandanti, cavalieri, carri e mercanti, trovavano colà l’osteria e lo stallaggio per riposarsi, onde poter proseguire, con una levata di buon’ora, verso Moncalvo, o riprendere la via verso Casale. Altrettanto sulla via del ritorno, considerata la distanza da Asti. E così successe per molti altri borghi, molti dei quali però, essendo in pianura, hanno già potuto fruire di opportune circonvallazioni, o di altre soluzioni a scorrimento veloce, tali da ridurre l’impatto del traffico sul contesto abitato. Quelle carreggiate, oggi in asfalto, percorse quotidianamente da migliaia di veicoli e per questo additate quali cause di traffico e polvere insopportabili, costituirono un tempo le origini, e poi la risorsa di quei luoghi, che, proprio ai loro margini, crebbero e videro l’insediarsi oltre alle abitazioni, di attività artigianali e commerciali. Non solo stalli ed osterie dunque, ma anche negozi al servizio degli abitanti, e di quei transiti che da carri e cavalli, divennero in seguito veicoli a motore (e giunsero così le officine e i primi distributori). Da fenomeno positivo, additato a simbolo del progresso, il binomio: strada di comunicazione / espansione del borgo, cominciò a divenire un problema con l’aumento della circolazione, nonché delle dimensioni dei veicoli pesanti.  Purtroppo realtà come quella di Calliano, percorsa dall’unica strada che raggiunge la cresta quale unico  passo transitabile, e sulla quale si intersecano i carichi, non più sotto i colpi di frusta dei carrettieri, ma sotto le accelerate di autisti che dominano non uno, ma centinaia, tutti alimentati da capaci serbatoi, e quindi senza necessità di sosta, diventano problemi per i residenti, oltre che di motivo di abbandono del borgo stesso.

                Forse, manca solo un’alternativa con relativo tunnel, come sta succedendo per Isola, per allontanare i moderni frustatori del diesel, intanto quel nucleo formatosi attorno al vecchio percorso ora non vuole e non può più sopportare quella via di comunicazione che nei secoli lo ha generato, ed alimentato la sua espansione e la sua economia fino a divenirne l’ostile contrapposizione.

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